“La tregua” di Luciano Celotti

Ho sporto la mia faccia,
e fronte e naso e mento,
oltre la trincea,
alla notizia della pace
finalmente fatta
fra terra e terra
e, seppur per vie traverse,
fra terra e cielo.
S’udivano alleluia,
e suoni e canti e balli
per cui mi sporsi con fiducia
e senza alcun sospetto.
Ma un colpo di moschetto
modello “novant’uno”
corretto e riveduto
nel “trent’otto”,
mi sfiorò con sibilo sinistro,
la tempia e l’occhio destro.
Mi trincerai subitamente
come preda nella tana.
Stupito e offesa
da cotanto oltraggio,
conclusi sconsolato:
– Per vincere la guerra
si uccide per costringere
il nemico a fare pace,
ma se quello vuole mantenerla
e il suo cannone tace,
il finto amico del nemico
sempre all’erta,
per noia o per diletto
dichiara un’altra guerra
in nome della pace!

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