“Tu che mi leggi” di Luciano Celotti

Tu che mi leggi
non pensare che abbia qualcosa
da offrirti.
Ho scarpe rotte
e mani incallite.
I miei dolori
sono simili ai tuoi,
le mie speranze
nuvole in fuga.
Non ho ipoteche sul domani,
mi rimane soltanto
un monotono orizzonte.
Vivo il giorno
al minuto secondo
sul filo del rasoio.
Mi trucco da ‘pierrot’
e nascondo la paura.
Ho scarpe rotte
e mani incallite…
e troppi rimorsi
che mi fanno compagnia.

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