Siede sotto lo sguardo oscuro di Monte Baldo,
luminosa città di poeti e guerrieri,
città d’arte e memorie,
Verona.
Riflette profondo e sonoro
le sue torri, tra storia e forza,
l’Adige
con la chiara corrente, col suo riso,
mentre sotto i ponti, ora orgoglioso
passa, ora potente,
ora disteso, placido e canoro.
Corrono sulle rive palazzi alteri,
ingenue case, vicoli bui, facciate al sole
poi, ecco guglie, agili architetture,
chiese e campanili come preghiere
pietrificate,
in attesa di visite devote.
Scorre ancora il fiume, va ad Ovest,
con flutti ora ritmici e profondi
in cerca del sole a disperdere le ombre
dei foschi merli di Castelvecchio.
L’antica casa scaligera, superba
reggia una volta, impera con la sua mole
ed alle spalle il Ponte pare un gigante
vinto, stanco ormai della lotta.
Verdeggia poi d’alberi il piazzale
di San Zeno:
la vecchia chiesa, austera e semplice,
coronata di secoli la fronte,
invita ad ammirare la bellezza profusa
nell’interno.
Si entra e nude diventano le anime,
le spalle leggere, per incanto,
in quel grande spazio maestoso
dove i nostri piccoli pensieri si disperdono.
Il Santo vescovo,
immerso nel sonno e nel miracolo,
genera ancora pace e devozione.
MAG
2021