“Un po’ di Verona” di Rosalba Ferramosca

Siede sotto lo sguardo oscuro di Monte Baldo,

luminosa città di poeti e guerrieri,

città d’arte e memorie,

Verona.

Riflette profondo e sonoro

le sue torri, tra storia e forza,

l’Adige

con la chiara corrente, col suo riso,

mentre sotto i ponti, ora orgoglioso

passa, ora potente,

ora disteso, placido e canoro.

Corrono sulle rive palazzi alteri,

ingenue case, vicoli bui, facciate al sole

poi, ecco guglie, agili architetture,

chiese e campanili come preghiere

pietrificate,

in attesa di visite devote.

Scorre ancora il fiume, va ad Ovest,

con flutti ora ritmici e profondi

in cerca del sole a disperdere le ombre

dei foschi merli di Castelvecchio.

L’antica casa scaligera, superba

reggia una volta, impera con la sua mole

ed alle spalle il Ponte pare un gigante

vinto, stanco ormai della lotta.

Verdeggia poi d’alberi il piazzale

di San Zeno:

la vecchia chiesa, austera e semplice,

coronata di secoli la fronte,

invita ad ammirare la bellezza profusa

nell’interno.

Si entra e nude diventano le anime,

le spalle leggere, per incanto,

in quel grande spazio maestoso

dove i nostri piccoli pensieri si disperdono.

 Il Santo vescovo,

immerso nel sonno e nel miracolo,

genera ancora pace e devozione.

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